60x70 cm ~ Pittura, Acrilico
Afa
Quel tremendo quattro di Agosto, in attesa del treno, cercai ristoro dalla calura in un bar, dove almeno c’era ombra, ma non sicuramente fresco. Il cameriere mi consigliò di sedermi fuori, sotto gli ombrelloni dove, diceva lui, ogni tanto un leggero spostamento d’aria ristorava il fisico, e svegliava la mente. Fu mentre succhiavo con la cannuccia le ultime gocce di granita quando comparve una grassa signora che, ansimante e sudata, le mani occupate da valigia e pacchi, entrò nel bar, scaraventò tutto il bagaglio su un tavolino e rivolta al barista ordinò una cioccolata calda, ma molto calda: bollente. Il barista rimase un attimo in attesa che la cosa si chiarisse e difatti: “ giovanotto ti sei rimbambito!? Me la fai o no ‘sta cioccolata?” le fu servita la cioccolata che tracannò a lunghe sorsate poi, intuendo la mia sorpresa, mi disse:” quando è così caldo, io bevo sempre una cioccolata bollente perché mi fa sudare, ma sudare da bagnarmi tutta, così, camminando l’aria che sposto mi rinfresca” e così fu: la signora, ormai completamente bagnata, si caricò dei propri bagagli e riprese la sua strada solcando col proprio umido corpo la rovente aria dell’assolato marciapiede. Di teorie ce ne sono tante, l’importante è scartare quelle sbagliate.
Aggiunto il