Domenica di fine luglio (2002)

60x45 cm ~ Pittura, Acrilico


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Domenica di fine luglio

Nel complesso una situazione assai piacevole quella di un fine pranzo su una improbabile terrazza con vista su un ancora più improbabile panorama di Milano. Un pranzo tra amici, o tra parenti? Boh! Certo che dalla posa assunta dai personaggi che stanno per essere fotografati, le cose non paiono essere andate tanto bene. Capita che durante un convivio le cose lentamente trascendano e le verità, aiutate da un buon vino e dal torrido estivo della città, si svelino.


NIENTE FERIE
Una storiella moderna di comune stupidità
Premetto che il marito ed il fratello di Carmela, lavoravano nella stessa impresa edile; Letterio, il
marito, come muratore, Vincenzo come manovale e più di così non sarebbe mai stato per carenza
di sale in zucca. La famiglia di Carmela, oltre al marito, comprendeva due figli: Pasquale, il
maggiore, e Nicolino, sua madre Virginia e Loretta, zia materna di Letterio e Vincenzo.
Una famiglia abbastanza numerosa, che si manteneva decentemente grazie agli stipendi di
Letterio e Vincenzo. Tutto pareva andasse bene se non fosse che un giorno Letterio. Spalleggiato
da Vincenzo, se ne venne fuori con una preoccupante frase: “ Bè, quest’anno niente ferie e ci
toccherà anche lavorare il mese di Agosto”, frase che provocò l’immediata richiesta di spiegazioni;
insomma: l’impresa non poteva pagare questo mese per colpa della banca; il cantiere era un po’ in
dietro ed altro.
La cosa puzzava di marcio, almeno per Carmela che, dovendo stare tutto l’anno dietro ai bisogni
giornalieri di tanta famiglia, riteneva le ferie un suo sacro diritto.
Le spiegazioni ed i commenti durarono poco poiché Letterio e Vincenzo se ne andarono al Bar
sotto casa per consolarsi un po’.
Puoi ingannare chi vuoi, ma non una donna come Carmela, dotata di attributi virtuali, la quale
risolvette la questione in breve il giorno successivo. Letterio ed il cognato, abbagliati dai racconti di
fantomatiche vincite, da parte di non noti personaggi, alle slot machine della nuova sala giochi, si
fecero succhiare gli interi stipendi in pochi giorni e, schiavi ormai della perdita, si illudevano di
rifarsi ritentando come drogati la fortuna. Carmela li beccò sul fatto ed impostata con arte una
piazzata di consistenza meridionale, ridusse i due, impalliditi, a darsela a gambe come conigli. La
cosa non giovò neanche alla sala da gioco, essendo tutti presenti più o meno nelle condizioni di
Letterio e Vincenzo. Quel giorno la sala si svuotò.
Carmela andò in ferie con tutta la famiglia, tranne il marito ed il fratello che per rifarsi dovettero
veramente lavorare in cantiere tutto il mese.

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