19,7x19,7 in ~ Pittura, Acrilico
Intensa preghiera
Mentre con le mani spolverava il cappotto dalla bianca polverina dei lacrimogeni, guardava l'impacciato
carabiniere che dall'altra parte della strada faceva lo stesso, con la differenza che il suo cappotto era molto
più scuro. La necessità porta a rastrellare tutto quello che c'è, compreso l'ausiliario, laureato in medicina,
temporalmente infermiere nell' ospedaletto del battaglione; un bravo ragazzo, per la prima volta “in
piazza”. Il resto del plotone era sparso nelle vie circostanti; pochissimi civili percorrevano frettolosamente
le strade. Era sera. Improvvisamente ed
ingiustificatamente, da una ragazza che gli passava dietro, il carabiniere, ancora intento a spazzolarsi, si
prese un calcio in uno stinco; la reazione, immediata e non ragionata, lo portò a correrle dietro sollevando
il winchester a mo' di clava; la raggiunse in tre falcate pronto a calare con forza il calcio del fucile.
Furono attimi lunghissimi che soltanto la mente può generare, nei quali valutò la parabola del calcio del
fucile, la sua forza e le conseguenze; pensò che bisognasse sempre utilizzare elementi preparati agli sputi
ed agli insulti. Ma soprattutto pregò così intensamente che fu ascoltato: un piccolo cubetto di porfido
sporgente sul lastricato, fermò la corsa del carabiniere che crollò di pancia, teso come un palo, con le
braccia sollevate ed il winchester stretto per la canna. La scena, piuttosto comica, accompagnata alla
reazione nervosa per il passato pericolo, gli provocò una lunghissima risata che si ripeté alcune volte
durante la notte di veglia.
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