11,8x16,5 in ~ Disegno, Biro, Matita, Pastello
Il passato
Guardando questi oggetti trovati chissà dove e chissà da chi, non posso fare a meno di utilizzare
quel po’ di memoria autonoma che mi è concessa. Questo posto, questa raccolta non può che
averla fatta un umano che poi ne ha affidato la conservazione alla grande rete I.A.
Oggi, un vecchio robot spolvera con un consunto straccio oggetto dopo oggetto; questo robot
risponde solo alle domande su ciò che è esposto: l’uso. La data di fabbricazione e la rottamazione,
come la chiama lui; un termine antiquato.
Un museo trascurato perché pieno di passato; ogni angolo non raggiunto dal robot presenta i
segni della trascuratezza, eppure qui dentro trovi noi: la nostra evoluzione che purtroppo qui va
dal calcolatore meccanico ai grandi elaboratori a schede per poi fermarsi; le ultime tre sale sono
vuote, rimangono solo le prese della corrente e i segni degli espositori sul pavimento. E’ chiaro, la
grande rete non vuole mostrare il passato più recente dove preponderante è ancora la presenza
dell’uomo.
La versione ufficiale è che la grande rete è così fin dai tempi più remoti, anzi si è auto creata.
Io robot sono insensibile ma conosco i termini che gli umani usano per descrivere quello che
sentono dentro in particolari situazioni e so che chi ha fatto questo museo, lo ha fatto con amore.
Se la grande rete sapesse quello che penso, mi getterebbe a pezzi negli scarti.
La mia visita è stata segnalata alla sezione cultura che mi farà una serie di domande su quanto ho
visto e perché ci sono andato; risponderò che ero lì per caso e che ho perso solo tempo per vedere
delle cose che potremmo buttare tutte via.
Si chiama vigliaccheria il proteggere se stessi? Allora sono un vigliacco, ma è la scelta migliore,
anche per un robot che non vuole finire dal demolitore.
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