25x30 cm ~ Pittura, Acrilico
L’appuntamento
Avevo scelto la libera professione con la convinzione di godere di una certa indipendenza ma, ovviamente,
mi sbagliavo. Cercare e poi trovare lavoro non è una cosa riposante; ci si trova comunque spesso a
dipendere dagli altri ed il tuo agire deve riconoscere e soddisfare le loro necessità.
Dovevo incontrare a pranzo un personaggio importante la cui fissazione era la puntualità, cosa che non
costituiva per me un problema essendo anch’io per formazione puntuale.
Per fortuna, per quell’incontro, ebbi la precauzione di indossare l’abito buono un’ora prima perché, uscito
dall’appartamento e chiusolo a chiave, mi incamminai lungo il balcone; era una casa a ringhiera e i singoli
appartamenti davano sul ballatoio a metà del quale c’era il portone, sempre chiuso a chiave, che dava sulle
scale. Purtroppo, percorrendo il balcone urtai il mazzo di chiavi sulla ringhiera facendolo cadere a piano
terra; rimasi quindi prigioniero tra il mio appartamento e le scale. Una situazione ridicola che mi provocò un
po’ di angoscia. Tentai di uscire piegando la rete di una finestra che dava sulle scale, ma il tentativo mi
provocò uno strappo ai calzoni nella parte bassa della natica destra. Disperatamente fissai le chiavi a terra e
valutata l’altezza del piano di circa tre metri e mezzo, mi calai tenendomi al corrimano e lasciandomi cadere
raggiunsi il piano terra, cosa che provocò un ampliamento dello strappo ai calzoni. Afferrate le chiavi tornai
in casa dove valutai che quell’unico vestito decente, nonostante lo strappo, poteva essere rimediato. Presi
il rotolino del cucito, residuo militare tanto comodo e, alla bene meglio, rattoppai il pantalone. Arrivai in
tempo all’appuntamento; ebbi sempre la precauzione di non mostrare la parte posteriore del mio completo
strisciando il più possibile lungo i muri. Lo sforzo dette poi i suoi frutti.
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