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Aggiunto il 18 mar 2016

Sempre viene dal mare


D’inverno il mare offre doni inaspettati scaraventando sulla spiaggia le cose più strane, anche i semplici rami di alberi 
abbattuti dalla furia dei fiumi e trascinati fino al mare, vengono corrosi, scavati e salati come rigidi baccalà, fino a che 
approdano sulle spiagge dove il sole li secca e ne fa sculture inquietanti.
Amo percorrere d’inverno le lunghe ingombre spiagge dove il vento ti rimbambisce e le onde ti sputano addosso e, arrancando, non riesci a staccare gli occhi dal disordine che pare interminabile e nel quale trovi gli scarti di mille vite: conchiglie, cavallucci marini, granchi e poi sugheri e bottiglie di vetro smerigliate dalla sabbia; un giorno raccolsi cinque teste, due gambe, tre braccia e due busti di bambola; li accumulai, man, mano che li trovavo, nei pressi di un tronco e poi cercai di comporne una adattando i pezzi trovati. 
La bambola che composi è un mostro sporco e sbiadito; ha una gamba più corta dell’altra e le braccia son due sinistre, le ho fatto un vestito con la tela di un uovo di Pasqua e la tengo seduta, appoggiata al muro sulla mia scrivania; è un po’ calva ma gli occhi sono lucenti e grandi.
Le voglio bene perché… sempre viene dal mare.

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