Aggiunto il 8 lug 2018
E' tempo di mare ed il mio sogno, il sogno di tutti gli anni, è quello di andare a pescare cozze.Il mare, la pesca, la solitudine rappresentano il mio sogno di libertà e ne ho bisogno, un bisogno fisico irrinunciabile.
Ho predisposto tutto con pignola attenzione, compreso il non trascurabile gruzzolo per pagare i tre giorni di albergo. Cinque anni fa i tre giorni di albergo li passai effettivamente in albergo perché piovve tutto il tempo. Quattro anni fa mi ammalai di rosolia e quelli dell'albergo mi misero in quarantena; dovetti pagare pure un'aggiunta di quattro giorni e la disinfezione della camera. Tre anni fa fu un disastro: una specie di tifone distrusse mezzo villaggio e mi incastrarono come volontario di protezione civile; tornai a casa con le mani callose e la schiena rotta. Il culmine lo raggiunsi due anni fa quando , per un inspiegabile incidente, la mia banca non mi fece credito ed all'albergo, il solito albergo, mi fecero lavare piatti e pavimenti per una settimana. L'anno scorso non avevo soldi sufficienti e quindi rimasi a casa. Oggi sono arrivato in albergo e tutti, dico tutti, mi conoscono e mi salutano come una persona ben nota: ho scoperto qualcuno fare le corna.
Forse hanno ragione, ma io non demordo perché oltre al mare, alla pesca ed alla solitudine, c'è una latro aspetto che compone la mia libertà: l'ignoto futuro.