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Aggiunto il 10 lug 2018

DOSTOEVSKIJ NON AMO’ PIU’ GINEVRA


Quelli del complessino musicale, piazzatisi sul largo marciapiede della Rue di Marché con la batteria, il contrabbasso, la tromba e un delicato violino, hanno prima steso a terra un verde, contenuto telo sul quale si esibiscono: uno spazio ordinato da non violare e da non debordare. Una musica dolce e garbata, quasi silenziosa che non disturba i prezzi delle ricche vetrine lì intorno.

Nessuno al semaforo lava i vetri e le macchinette dei parcheggi richiedono imbarazzati franchi agli stranieri.

Bella città Ginevra: a righe orizzontali grigie e bianche, con frequenti colorate bandiere e una fila di alberi sul lungo-lago.

Bello passeggiare sul Quai du Mont-Blanc, con gli alberghi da una parte ed il lago dall'altra, scrutando il soffione lontano sullo sfondo di un cielo mutevole ed osservando l'ammirevole gente che vive a Ginevra: puliti, educati e civili qui, a Ginevra, dove un improvviso raffreddamento si portò via la piccola Sonja e Dostoevskij non amò più Ginevra.


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