Famiglia sotto l'ombrellone (2004)

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Il mare


Penso di potermi lamentare di buona ragione di quel paio di settimane all'anno di ferie che passo al mare. Come penso che nessuno possa criticarmi se mi lamento del l'ammasso di gente che d'estate popola ogni anfratto delle località marine, così come mugugno per il vitto della pensione che da anni frequento, e del letto, instancabile compagno di sudaticce notti insonni. Cosa hanno da dire poi di me quando raggiungo saltellando sulla sabbia rovente il conforto del mio ombrellone sotto la cui ombra passo la giornata? Non sono qui per queste cose. Quando il sole tramonta dietro le colline io mi perdo tra le basse onde del bagnasciuga e godo del fresco tenue venticello che viene con le onde. Sono qui per questo: solo per il mare, perché come si può non amare...il mare.

Altro racconto:
Ferragosto
“Oggi si mangia come Dio comanda” disse mio padre alla vista delle pietanze che venivano posate sulla
tovaglia. Fu quella una giornata di Ferragosto veramente memorabile; non sto a dire chi fossimo e in
quanti: eravamo tutti e, sulla tovaglia, si accumulavano sempre più teglie da rendere impossibile posarvi il
proprio piatto al sicuro dalla sabbia; ognuno doveva pensare per se, ma quello era il bello di pranzare al
mare. A quei tempi era ancora selvatico quel tratto di spiaggia che, in larghezza, dal bagnasciuga alla
ferrovia non era più di cento metri; c'era soltanto un'altra comitiva distante quasi mezzo chilometro da noi
che mi faceva pensare che la spiaggia fosse tutta nostra.
Eravamo lì per mangiare, almeno la maggior parte di noi. Vincisgrassi, olive ripiene, coniglio, cozze
ripiene, pomodori alla griglia, polpette con piselli, torta al formaggio, zucchine ripiene. Quando
iniziarono a tagliare la ciambella, mi sentii stracolmo. Mio padre mi riempì il bicchiere di verdicchio,
ormai non più fresco ma, come potevo rifiutare dopo averlo sentito dire: “ campi un giorno, campalo bé “.
di lì a poco, tirò fuori la bottiglia di caffè sport che si faceva lui tutti gli anni e che offriva con attenzione,
senza scialare; il caffè sport era cosa preziosa. Venne l'ora di andarsene; salutandoci, ci promettemmo di
ritrovarci l'anno prossimo. Io salutai mio padre un po' distrattamente; fu l'ultima volta che lo vidi, Mio
padre morì mentre ero in viaggio all'estero; arrivai a cremazione fatta. Ritirata l'urna delle ceneri, pensai
che mio padre fosse tutto lì, ma non era così. Chiesi a mia moglie se si ricordava del “campi un
giorno....”, mi disse sì.

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