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I figli delle adozioni
Fu così che, per un certo numero di anni i robot, sfruttando quel po’ di autonomia che gli era
concessa, vissero imitando quello che in passato era il modo di fare degli umani; questo periodo lo
catalogammo come era della moda filiale; dal punto di vista comportamentale dei robot, fu
talmente deleterio che ancora oggi ne avvertiamo le conseguenze.
Gli umani, ancora non del tutto abbruttiti, sfruttavano per quanto fosse possibile, le carenze
interpretative dello statuto, semplicemente offrendo come essenziale il vestirsi, il nutrirsi, il
divertirsi, pur sapendo che tutto ciò era imitato nella più completa insensibilità.
Uno degli aspetti più curiosi di quanto si era determinato, fu l’adozione di esseri umani da parte di
famiglie robot. Si era infatti da un po’ di tempo affermata la moda da parte dei robot, di adottare
robot giovani dichiarandoli figli. In questo complesso di cose si erano infilati con destrezza,
individui di dubbia moralità che, intenzionati di vivere a sbafo per anni, anticipavano gli adottati,
infilandosi nelle culle prima del tempo.
I robot, avendo termini di vita molto lontani e scarse capacità critiche, non consideravano sospetta
la trasformazione fisica dei loro così detti figli, pertanto li nutrivano, vestivano ed accudivano nel
migliore dei modi.
Ci vollero molti anni prima che il sistema centrale si insospettisse a causa delle notevoli quantità,
di cibo ed alcolici consumati dai sempre imberbi pseudo robot.
Le adozioni furono formalmente vietate, ma in realtà proseguirono per molto tempo.
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