sciopero (2023)

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Sciopero
Mi chiamano il Propositore, il motivo di questo soprannome ve lo dirò dopo alcune premesse: il
continuo uso di strumenti informatici, ci portò alla cancellazione della memoria scritta, essendo
ormai tutto contenuto in enormi memorie il cui accesso inizialmente facilitato, diventava sempre
più legato alle caratteristiche della persona: sesso, età, professione e altro. Le informazioni
richieste erano spesso negate ma nessuno se ne lamentava essendo ormai tutti abituati ad
sistema di vita senza problemi e senza necessità; tutto veniva soddisfatto dalla I.A.. vita senza
problemi di denaro; di sicurezza; di lavoro. Fu proprio dal problema lavoro che nacque tutto: quasi
l’intera popolazione non si sentiva realizzata; non riusciva a placare quel gesto atavico di portare a
casa il frutto della caccia. Non potevano certo soddisfare quell’esigenza con le simboliche tre ore
annuali di lavoro. Sì, tanto era lo sforzo lavorativo richiesto dal sistema in cambio del tuo perpetuo
mantenimento in ozio. Da questo punto di vista l’I.A. aveva mantenuto la promessa: il sistema
cancellerà la schiavitù del lavoro e lo ha fatto!
Da dove prese avvio la manifestazione collettiva del disagio non si sa, ma avvenne.
Ci trovammo per strada con cartelli ed urla: volevamo più lavoro. Le sonde, cioè i robot, si presero
qualche inutile sassata; loro dovevano solo trasmettere i motivi dello “sciopero” come veniva
erroneamente chiamato, ma nessuno aveva ben chiaro cosa volesse. Presi l’iniziativa comunicando
ai robot che chiedevamo tre ore al mese di lavoro; dodici volte le ore attuali. Da allora mi
chiamano il Propositore, parlando di me come di un antico eroe.
Nessuno sa che il giorno dopo mi hanno deportato verso oriente, in una landa sperduta dove non
posso cacciare; mi danno tutto loro: i robot di guardia.
Mi abbruttisco ogni giorno di più

Aggiunto il

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