30x30 cm ~ Pittura, Acrilico
Roma pudica
Come tanti, Roma ho dovuto frequentarla tante volte, per svariati motivi, standoci per brevi o
lunghi periodi. A pensarci, confondo le visite, tranne che per la prima, quando mio padre mi portò
con sè lasciandomi libero di girare per la città, essendo lui impegnato a “girare inutilmente per il
Ministero”.
In breve, mi trovai ai musei vaticani; ingresso libero ed unico visitatore; ne incontrai poi alcuni,
rari, che salutai come piacevoli apparizioni.
Non ricordo cosa vidi, tanto c’era da vedere, tranne la Cappella Sistina ed un magazzino alquanto
curioso. Stavo percorrendo un lungo corridoio quando incontrai un portone chiuso, cosa che
contrastava con quanto avessi fino ad allora trovato. Entrai e trovai un deposito di sessi maschili in
pietra, dai mignon agli eccessivi. Dormivano tranquilli, adagiati su robusti scaffali e di fronte, su
identici scaffali, tante foglie di fico, in pietra, di dimensioni corrispondenti alle necessità di
copertura delle castrazioni. Avevo tredici anni ed ero a conoscenza delle implicazioni pudiche che
avevano generato quegli scempi ma, il vederli, è tutt’altra cosa.
Che sciocco l’uomo che oggi crea e domani distrugge.
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