9,1x12,6 in ~ Disegno, Biro, Matita, Pastello
Giganti
Mi addormentavo a braccia aperte e gli animali della foresta venivano a coccolarsi fra le
mie ascelle. Cosa cambiò da allora non lo so; so che i miei fratelli non si accontentarono
più delle figlie degli uomini e peccarono con gli animali manipolando la loro natura come
se fosse un gioco.
I nostri padri furono mandati sulla terra per proteggere questo pianeta ed invece eccoli,
colpevoli di deturpazioni e tra le più gravi: generare noi giganti ed insegnare le arti agli
uomini compresa la scrittura. Noi figli crescemmo senza guida, nella consapevolezza che i
nostri padri fossero colpevoli e reietti perché questo ci mostrarono sempre nei gesti e ci
manifestarono con le parole. Così molti di noi crebbero odiando quello che i loro padri
avrebbero dovuto proteggere e che poi divenne per loro prima una prigione e poi la tomba.
Io crebbi meno cattivo degli altri e fu per questo che mi fu ordinato di aiutare Noè a
costruire un’arca enorme nella quale accogliere i campioni di animali non corrotti per farli
sopravvivere al diluvio.
Ero molto forte ma ci vollero comunque tantissimi anni per costruire l’arca e molti di più per
raccogliere le razze incontaminate della terra; tutto però fu invano per me perché, quando
iniziarono a cadere le prime gocce del grande cataclisma, vidi di lontano Noè con la sua
famiglia entrare chiudendosi dietro la porta dell’arca.
Lo sapevo! Troppi erano i segni che indicavano i nomi dei sopravviventi, ma non gli
demmo importanza; non credemmo al castigo, compreso me, nonostante tutto quel che
avevo fatto ne fosse l’annuncio.
Non feci come i miei fratelli che cercarono inutilmente la salvezza nuotando ed
annaspando, mi sedetti nella zona più depressa della valle ed aspettai.
Ah, Noè, Noè…non mi hai detto nemmeno grazie!
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