23,6x23,6 in ~ Pittura, Acrilico
San Giuseppe
E’ passato anche il Natale 2022 e come sempre mi lascia una sensazione di vuoto; un’appena
percettibile sospetto di aver perso l’occasione di fare qualcosa di importante e probabilmente è
vero perché, come sempre, si perde tempo in riti preparatori che non c’entrano nulla con quello
che sarebbe la commemorazione della nascita di una religione. Pazienza. I regali sono stati fatti; le
usuali leccornie sono state acquistate; l’albero acceso ed il presepe fatto.
Il dolce presepe è l’unico vero elemento che mi unisce emotivamente al Natale e, come tutti gli
anni, quando ne sistemo i personaggi, mi soffermo su San Giuseppe, il più dimenticato; il posato
nella capanna sempre lì, nello stesso posto, con meno attenzione di quella che si dà alla lavandaia
o ai pastori.
San Giuseppe, anziano, carpentiere, mediamente agiato, credente ed obbediente, di lui, dopo il
ritrovamento di Gesù bambino che insegna nel tempio, non si sa più nulla, scompare. La
letteratura non gli concede di più, perché non c’è bisogno di altro; della sua umiltà è stato detto
tutto ed essa si ripete ogni anno nel presepe
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