19,7x19,7 in ~ Pittura, Acrilico
Finì in un bicchiere di dalmata
Non so per quale motivo, pur sapendo che lei si stimasse una gran cuoca, quando le chiesero quale
fosse il suo piatto migliore, io mi inserii dicendo “bruciato di arrosto”. Qualcuno rise, era una
semplice, innocente spiritosaggine, ma lei no; Licia si offese a tal punto che non mi guardò in faccia
tutta la sera. Un piccolo incidente che minò il nostro amore; a nulla valsero le mie scuse e poi le
preghiere. Ci lasciammo dopo un paio di mesi. Lei tenne la gatta le cui fusa ancora mi mancano ed
oggi che freddamente ripenso a quanto accaduto, un particolare spicca nitido sul nebbioso
bailamme dei ricordi. Andavamo spesso in cima alla collina dove a fianco di un convento di frati,
sopravviveva una specie di osteria dalla quale, seduti su un muretto, ammiravamo il mare e lì
sorseggiavamo un bicchiere di vino dalmata del quale, chissà per quale strano motivo, l’oste ne era
sempre provvisto. L’ultima volta Licia non bevette ma lasciò il vino libero di asciugarsi al sole e
questo, ricordo bene, fu prima del mio bruciato di arrosto. Che intrigate sono le cose del mondo e
che fesso sono stato a non capire che Licia mi aveva già lasciato.
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