Io non credo a Babbo Natale, ma credo alla Befana.
La befana so come è fatta e come è vestita: non è bella e ha le scarpe rotte; inoltre mostra un sacco di toppe al vestito.
Magra com’è, e povera al punto di volare su una scopa e non su una comoda slitta trainata da grosse renne, ha il coraggio di girare nel gelo della notte con un sacco pesante, pieno di doni per i bambini.
Ho l’impressione che più povera sia e più voglia donare agli altri, senza preoccuparsi di quello che può rimanerle in fondo al sacco per sfamarsi; non posso anche fare a meno di pensare che non le spiaccia essere brutta e magari derisa da chi la incontra perché è quello che ha dentro e quello che fa che la rende bella e chi se ne accorge così la vede la Befana: bella.
Io penso che quando si è inventata, abbia voluto mettere in pratica gli insegnamenti di quello per il quale si festeggia il Natale.
Quell’altro invece, quello grasso e grosso col barbone bianco e che ride come un fesso, non mette in pratica altro che uno strano spirito natalizio, fatto di amore per un giorno comperato coi regali.