Blog

Dal balcone

Aggiunto il 5 dic 2015

Donna al balconeSotto un cielo terso come oggi, affacciate a questo balcone, mia madre stringendomi a se, mi predisse che un giorno dall’angolo della strada laggiù, sarebbe comparso il mio principe azzurro; proprio così, il mio principe azzurro come nelle fiabe, ed io, presa da dolcezza e da immensa fiducia nell’ignoto futuro, la cui continua rivelazione mi scaldava l’animo di piacevole attesa, le credetti e mai da allora dubitai che si avverasse.
La mia casa oggi è vuota e scura con un’unica stanza, questa, illuminata dal balcone e dalla profetica rivelazione di mia madre che, da anni, mi ha lasciato sola ma che sento presente ogni volta che mi appoggio li fuori alla ringhiera.
Quando il sole cala dietro il condominio di fronte, nell’azzurra ombra che prelude la sera, esco agghindata e profumata, fresca e radiosa come una vergine promessa sposa; mai sciatta e dimessa; mai impreparata alla giusta accoglienza del mio principe azzurro, da questo balcone.

Continua a leggere

Le vecchie sorelle

Aggiunto il 5 dic 2015

le due sorelleDall’ombra del ciliegio ci spostiamo all’interno della villa liberty. 
Da seduti nelle poltrone Luigi Filippo del soggiorno, consideriamo con la necessaria ammirazione i diplomi e le benedizioni di diversi Papi incorniciate e appese alle pareti, per passare al collegamento in diretta televisiva con l’America dove il nostro Papa, vivo, percorre a piedi il ponte di Brooklyn. 
Crostata e spumante dolce servito in larghe coppe di cristallo dove la vecchia Olga, sorridente ed inebetita, non può che inzupparci il naso adunco che gocciola sollevandosi. 
Sotto un grande specchio c’è un vecchio, brillante piano verticale a cilindro i cui nastri di carta sono nascosti nel cassettone e tra essi c’è “Giovinezza”. Sentiamolo! Non si può, dice allarmata Bice: è vietato! Ma sono passati quasi vent’anni. Non importa, è pericoloso, se qualcuno sentisse…
Nessuno sentirà, siamo lontani da tutti. Bice cede. “ Salve, o Popolo d’Eroi. Salve o Patria immortale! Son rinati i figli tuoi….."

Continua a leggere

Luna park

Aggiunto il 2 dic 2015

Dietro di lei, appeso alle catene della giostra, entravo turbinosamente nello spazio appena lasciato e vi aspiravo l'aria che le aveva gonfiato la camicetta e scomposto la gonna, immaginando di cogliervi un leggero, eccitante afrore.Bevemmo una aranciata amara e poi la condussi lungo la spiaggia lontano dalle luci delle giostre.
La presi due volte e poi una terza quando si chinò per raccogliere i vestiti.
Da quegli amplessi nacque mio figlio, ora ufficiale della marina mercantile imbarcato su un cargo che batte bandiera panamense, ed è a lui che ogni tanto ripetevo come monito per il futuro: alla larga dalle giostre!

Continua a leggere

Preghiera

Aggiunto il 2 dic 2015

E allora dico che sei stato Tu.Dico che è colpa tua se i miei desideri, le mie aspirazioni non le ho potuto soddisfare.Tutto quel che ti ho chiesto pregando o con forza bestemmiando me le hai negate.
In cambio ho avuto sempre altro, qualcosa di più blando; un palliativo appena sufficiente per tirare avanti; per non cadere nella disperazione.
Con piccole cose, quasi distratti regalini, ho conservato la fede nel futuro ed oggi, così trasformato, sono qui a ringraziarti perché non mi hai ascoltato, perché non hai soddisfatto i miei desideri coi quali mi sarei perso e non sarei oggi quello che sono.
E allora lo dico a voce alta, anzi lo urlo: che a combinare tutto sei stato Tu.

Continua a leggere

Kidnapper

Aggiunto il 30 nov 2015

Kidnapper sottrasse ai genitori il bimbo sotto la minaccia di sgozzarlo se avessero reagito, poi scappò verso la porta tenendo il rapito stretto al petto senonché, il bimbo, satollo di pappe omogeneizzate e creme al latte, sentendosi così stretto, iniziò a svuotarsi come una peretta da clistere. Kidnapper, preoccupato per il suo vestito nuovo, continuando la corsa, lo afferrò con entrambe le mai e tenendolo distante a braccia distese, imboccò le scale che, di gradino in gradino, venivano dal bimbo abbondantemente spruzzate di pupù marroncina dalla consistenza di yogurt greco.
Kidnapper scivolò facendosi di schiena tutta la scala; il bambino, cadutogli sulla pancia, si divertì a cavalcarlo, tanto che alla fine della corsa continuava ad incitare il povero Kidnapper a colpi di culetto perché proseguisse anche per l’altra rampa di scale.
Kidnapper oltre alla commozione cerebrale per la serie di colpi di gradino presi sulla nuca, si ruppe il coccige, una costola, incrinò tre vertebre, si spezzò con frattura scomposta entrambe le braccia; insomma, una ecatombe tale da insospettire il Giudice che, preso da profonda compassione per il disgraziato, accusò la coppia di genitori di tentato omicidio per eccesso di difesa.
Fortunatamente per i due sposini, un poliziotto insospettito dal consistente odore di merda proveniente dal vestito di Kidnapper, avvisò il proprio superiore che con un ulteriore sopralluogo nella casa dei due mancati assassini e con la raccolta di qualche traccia organica, dedusse l’accaduto: Kidnapper aveva fatto tutto da solo, scivolando per le scale e contemporaneamente pulendole col proprio vestito.
Kidnapper, il busto e le braccia ingessate, fu tradotto in carcere proprio alla vigilia di Natale.
La storia finì bene per i genitori e per il bimbo che, il giorno di festa, poterono ingozzarsi di capelletti in brodo, arrosto di manzo e panettone ripieno di cioccolato.
Invece Kidnapper non ebbe fortuna perché in carcere, visto che essendo tutto ingessato a braccia aperte camminava deambulando come un cipresso al vento, gli cambiarono il nome da Kidnapper a Vera Croce e tutte le volte che si spostava deambulando, una piccola processione di perditempo lo seguiva cantilenando sommesse giaculatorie. 
Il giorno di Natale, mentre un poliziotto, incazzato nero, lo imboccava ondulando il cucchiaio e facendo il verso dell’areoplanino, Kidnapper non poté trattenersi dal canticchiare dentro di se: “Un Natale cosiii non lo potrò dimenticaaar…”

Continua a leggere

Il signor ladro

Aggiunto il 24 nov 2015

Il signor ladroIl Signor Ladro entrò nella casa semplicemente suonando il campanello della porta e facendosi aprire da due bimbi, Hansel e Gretel che, nella loro felicità prenatalizia, pensavano che il mondo fosse fatto di sole buone persone. Il Signor Ladro invece, appena entrato, chiese subito i soldi, ma i soldi non c’erano e allora si prese il porcellino salvadanaio dei bimbi e se la diede a gambe. Ma Hansel e Gretel avevano applicato al porcellino un microchip per l’individuazione G.P.S., così i carabinieri lo beccarono subito nel mentre stava per rompere a martellate il salvadanaio. Il Giudice inizialmente credette alla sua versione, cioè che non voleva sottrarre i soldini ai bimbi ma piuttosto che volesse infilarne di più grossi dentro il porcellino a colpi di martello però, tra le cose sequestrate dai carabinieri al Signor Ladro c’era il suo cellulare con un selfing che lo immortalava nell’atto della rapina. Il Giudice si ricredette e lo schiaffò in prigione. Il giorno di Natale, Hansel e Gretel festeggiarono rompendo il loro salvadanaio il cui contenuto era destinato ai bambini poveri di tutto il mondo. Il Signor Ladro invece, seduto nella mensa del carcere, spiluccando l’uvetta dalla fetta asciutta di un vecchio panettone, guardandosi attorno commentò ad alta voce: “Che Natale di merda!”

Continua a leggere

Amiche eterne

Aggiunto il 21 nov 2015

Allo specchioIo sono eterno e non contano le gocce che cadono da pianeti lontani per strapparmi ed imbiancarmi i capelli; inutili anche quelle che colando oleose, mi raggrinziscono la pelle disseccandola come carta crespata.
Gocce di antichi vapori.
Non negatemi amiche il ricordo delle vostre risate e degli strilli che ascoltavo mentre facevate il bagno perché tutto: i profumi, le voci, le sinuose ombre dietro i vetri appannati sono eterni con me.

Continua a leggere

Il convegno

Aggiunto il 16 nov 2015

I relatori dei convegni sono di tre tipi: quelli che sanno le cose 
ma, fedeli al lemma che l'informazione è potere, non ti dicono un bel niente; quelli che non sanno, per cui ti ripetono quello che sai già ed infine quelli che non c'entrano niente e ti parlano di cose delle quali non ti frega un accidente.
Sono appena reduce dal catering dell'intervallo. Questi spuntini in piedi con la crisi che c'è non sono più quelli di una volta; ho voluto essere parco, mi sono accontentato di tre canapè e due tartine ai gamberi e maionese, due calici di prosecco e fra poco andrò a prendere un caffè col quale spero di sopravvivere al pomeriggio.
Mi si avvicina un tailleur grigio che mi sorride- ingegnere, come sta'?- pare che mi conosca; Mi stende la mano, le offro la mia, così molliccia ultimamente, mentre lei, secondo i moderni canoni del bon ton aziendale me la stringe con forza scuotendomi ben bene il che significa: decisione, carattere, fiducia, simpatia.
Seguendo antichi canoni maschilisti, mi alzo impedito dai sedili troppo vicini, pertanto reggendomi allo schienale della poltroncina, mi pongo all'altezza delle sue meline.
- ingegnere, eccezionale questo meeting vero? E cosa ne dice del suo brainstorming, genererà business? Anche la location mi pare perfetta no?
Bofonchio qualcosa e poi crollo sulla poltroncina mentre lei richiama un nostro incontro che non ricordo e mi chiede se ci sarò al work shop del mese prossimo; fa poi cenno ad un certo feedback atteso dall’operato delle new entry che fatico un attimo ad interpretare. 
Come avremmo fatto senza Albione ? Dico che non so, ho certi impegni...mi saluta con un altro scossone e se ne va. 
Noto che il tailleur in allontanamento, fiancheggiando tra le poltroncine, contiene un bel sedere; in altri tempi più prolifici l'avrei almeno seguito ma adesso, mi sento una palla da tennis incastrata in una tazzina da caffè, con l'ombelico tra due colline e le borse della spesa sotto gli occhi.
La sala si sta riempiendo, mi occorre un caffè, spero di arrivare in tempo.
Che non abbiano già smontato il buffet?

Continua a leggere

Esposizioni

Aggiunto il 3 nov 2015

Dicembre 1991 Expoart, Verona
Maggio 1992 Galleria Palazzi, Venezia
Novembre 1992 Bidart, Bergamo
Novembre 1992 Club d'Ars, esposizione all'Eco di Bergamo
Settembre 1993 Ambiente Arte, Arona
Aprile 1994 Club d'ars, esposizione alla Citibank per l'arte
Giugno 1994 Club d'Ars, esposizione Forte Crest per l'arte
Febbraio 1995 Esposizione collettiva Il cannocchiale, via Brera-Milano
Luglio 1995 Galerie Cigarini, Ginevra
Agosto 1995 Collettiva Galeri de arte El Catalejo, Marbella
Giugno 1997 Esposizione collettiva, Il Cannocchiale, via Brera-Milano
Luglio 1997 Galerie Cigarini, Ginevra
Novembre 1997 Galeri de arte El Catalejo, Marbella
Dicembre 1998 Artissima, Lingotto-Torino
Dicembre 1998 Lineart, Gent-Belgium
Gennaio 1999 Artefiera, Bologna
Settembre 2000 Europ'Art, Ginevra
Ottobre 2000 Esposizione televisiva Meeting Art
Maggio 2002 Galerie Cigarini, Ginevra
Marzo 2006 Galleria Logos, Roma
Agosto 2006 Galleria Arte Bersani, Finale Ligure
Dicembre 2009 Biennale di Firenze
Maggio 2010 L'Arte della Fuga, Accademia della Bussola-Roma
Ottobre 2011 Di Africa, La Conchiglia, Torino
Marzo 2012 Più falso del vero, Maschio Angioino, Napoli
Aprile-Maggio 2012 Vele d'arte per l'america's cup, Napoli
Dicembre 2012 assegnazione Premio Amalfi, Galleria delle Cornici, Venezia
Dicembre 2012 Apotrepein, Palazzo delle arti, Napoli
Agosto 2013 mostra-evento, Beura Cardezza
Novembre 2014 Arte Padova, Padova fiere, Padova
Dicembre 2014 personale Maison D'Art Padova
Dicembre 2014 Atmosphere, Accorsiarte, Torino.
Gennaio 2015 Wikiarte, art expo 2015 Bologna
Maggio 2015 Accorsiarte Torino:Ricordi della prossima guerra
Gennaio 2016 Wikiarte Expobologna 2016

Continua a leggere

Ricordi di volo

Aggiunto il 3 nov 2015

Il volo trePer vedere le cose dall’alto, generalmente non tentavo di volare ma soltanto immaginavo di farlo correndo a braccia larghe come facevo spesso lungo il muretto dietro la chiesa, in riva al lago; una sola volta mi distaccai da terra saltando con impeto da un saliente del terreno ma toccato terra ruzzolai lungo la china.
In primavera qualcuno abbandonava al vento gli aquiloni che però erano nulla in confronto all’aliante di mio cugino: affusolato con ali larghe quanto le mie braccia aperte e di colore celeste come il cielo. Mio cugino prendeva la rincorsa e lo lanciava con forza verso l’alto e quello prima si impennava poi, presa un po’ di aria, fluttuava per molti metri prima di toccare terra, ed io lo seguivo in tutto quel percorso col fiato sospeso come se veramente fossi a bordo di quel trabiccolo, lassù in alto.
In seguito, qualche anno dopo, dovetti spesso prendere l’aereo e volare veramente ma io sinceramente più dell’emozione di volare soffrivo il fastidio del viaggio lungo e noioso, passato seduto in una poltrona come in macchina senza neanche il piacere di girare il volante. 
Così, mi sono nel tempo fabbricato un aereo perfetto che se ne sta piegato nel cervello e quando voglio lo dispiego al vento dell’immaginazione e volo in alto, sopra quello che voglio nella mente vedere, ci giro attorno, mi avvicino ed allontano e se non ruoto io, ruota lui, l’oggetto immateriale che ho costruito.
Non ci crederete ma, delle volte, mi viene il mal di mare

Continua a leggere
Realizzato da Artmajeur